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Vita

Startup Innovative a Vocazione Sociale differenze con le Startup Tradizionali

21 Feb. 2022 | Startup

Al giorno d’oggi stiamo assistendo a una vera e propria “corsa alla sostenibilità” da parte di enti pubblici e privati. Una corsa che ha come traguardo il raggiungimento dell’equilibrio tra i tre elementi fondanti della sostenibilità, ovvero gli aspetti ambientali, sociali ed economici.

All’interno di questo percorso stanno prendendo rapidamente piede startup innovative a vocazione sociale, che fanno della sostenibilità il cuore della loro Vision e il fine ultimo del loro operato, senza tuttavia mettere in secondo piano la profittabilità delle proprie attività.

Che cos’è una startup a vocazione sociale

Possono definirsi startup innovative a significativo impatto sociale le startup che puntano a introdurre un’innovazione sociale, ovvero una soluzione a un problema sociale identificato e analizzato, che si configuri maggiormente efficiente e sostenibile rispetto a quelle proposte presenti allo stato dell’arte.

Queste startup sono dunque caratterizzate da una “natura ibrida”, imputabile al fatto di voler raggiungere obiettivi sociali e/o ambientali unitamente a obiettivi finanziari.

 

Soci sostenitori

Soci sostenitori

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Caratteristiche delle Startup a Vocazione Sociale

Le SIAVS (Startup Innovative a Vocazione Sociale) si configurano a tutti gli effetti come delle startup innovative, sia dal punto di vista delle caratteristiche strutturali , ovvero “organizzazioni temporanee con lo scopo di cercare un business model scalabile e ripetibile che dal punto dei requisiti formali e sostanziali definiti dal Mise.

A livello normativo in Italia è stato introdotto nel 2012 un albo delle Startup Innovative (articolo 25 del D.L. 179/2012.) il quale ha permesso alle startup innovative a significativo impatto sociale di certificarsi come Startup Innovative a Vocazione Sociale (SIAVS).

Quest’ultime, in aggiunta ai requisiti del Mise di cui sopra, devono inoltre tassativamente operare in uno o più dei seguenti settori:

  • assistenza sociale;
  • assistenza sanitaria;
  • valorizzazione del patrimonio culturale;
  • turismo sociale;
  • educazione, istruzione e formazione;
  • tutela ambiente e dell’ecosistema;
  • ricerca ed erogazione di servizi culturali;
  • formazione universitaria e post-universitaria;
  • formazione extra-scolastica, finalizzata alla prevenzione della dispersione scolastica e al successo scolastico e formativo.

In aggiunta all’obbligatorietà di operare in almeno uno di questi settori di riferimento, le SIAVS, devono inoltre impegnarsi annualmente a dare evidenza dell’impatto sociale prodotto.

Quest’ultimo risulta fondamentale per “certificare” la reale dimensione sociale della startup, rappresentando a tutti gli effetti una previsione precisa e credibile dell’effetto che la startup intende produrre nell’interesse generale della società. È importante che sia dettagliato con dati qualitativi e quantitativi oggettivamente misurabili.

Tale documento va compilato ogni anno e deve descrivere:

 

  • l’impatto atteso nel caso di startup innovative a vocazione sociale che non hanno ancora redatto il primo;
  • l’impatto generato nel caso di startup innovative a vocazione sociale che hanno già depositato un primo

Percorso di Preincubazione per Startup Sostenibili e a Vocazione Sociale

Scopri di più sul nostro percorso di preincubazione per startup a vocazione sociale.

Differenze tra una Startup a Vocazione Sociale e una Classica

Vale la pena partire da una considerazione fondamentale: le startup innovative a vocazione sociale non sono organizzazioni filantropiche, bensì organizzazioni orientate al profitto.

Il tratto le distingue che le contraddistingue dalle altre startup è il focus sugli effetti generati dalla propria attività nel contesto di riferimento in cui operano, tenendo conto dell’impatto potenzialmente generabile in termini economici, sociali, ambientali.

Un ulteriore aspetto da tenere presente nella comparazione tra i due modelli di startup, è che quelle a vocazione sociale nascono con vision e mission unicamente finalizzate alla creazione di un valore che vada al di là del semplice ritorno finanziario.

Infatti, se in un’azienda o una “classica” startup si guarda al ROI (Return on Investment, ovvero la misura del profitto ottenuto sull’investimento), per una startup innovativa a vocazione sociale l’indicatore più importante è il SROI (Social Return on Investment), ovvero il Ritorno Sociale sull’Investimento effettuato, includendo risultati sociali, ambientali ed economici, misurati in termini monetari.

Vale inoltre la pena sottolineare il fatto che la natura ibrida delle startup a significativo impatto sociale possa portare sia vantaggi che svantaggi in termini di crescita economica. 

Se da un lato quest’ultima potrebbe risultare più complicata, per via del perseguimento di obiettivi definibili come “conflittuali”, dall’altro, la crescente attenzione da parte di realtà pubbliche e private quali istituzioni, investitori e, last but not least, cittadini, per soluzioni sostenibili, potrebbe rappresentare un vantaggio competitivo non indifferente nel medio/lungo periodo.

Infine vale la pena sottolineare come una startup innovativa a vocazione sociale goda di agevolazioni fiscali superiori rispetto a quelle normali. Infatti le persone fisiche e giuridiche che investono nelle prime beneficiano rispettivamente di detrazioni IRPEF del 25% e deduzioni IRES del 27%, contro il 19% e il 20% di chi investe nelle seconde.

Le startup a Vocazione Sociale in Italia: i dati 

Da un articolo di Startup Italia emerge come il tasso annuo di crescita composto delle startup innovative a vocazione sociale in Italia sia stato del 52%. Dal 2013 a oggi le SIAVS sono aumentate di 19 volte, passando da 14 a 267.

Vale la pena inoltre riportare alcuni interessanti dati di queste realtà :

  • il 66% delle startup innovative a vocazione sociale fattura meno di 100mila euro, solo il 4,9% più di 500mila euro (percentuale che nelle startup innovative regolari sale al 10,6%);
  • l’84% delle SIAVS ha meno di 4 dipendenti, ma con un alto tasso di personale qualificato (31%), maggiore rispetto alla media delle startup innovative (26%);
  • il 7% delle startup innovative a vocazione sociale è composta esclusivamente da donne (3% la media delle startup innovative). Il 4% ha una presenza femminile maggioritaria;
  • il 10% delle SIAVS ha un organico composto esclusivamente da under 35.
  •  

SIAVS presenti nel NeXt HUB di NeXt Nuova Economia per Tutti

 

Un ottimo esempio di startup innovativa a vocazione sociale in grande crescita è quello di Atelier Riforma, startup al femminile e torinese per altro presente all’interno del NeXt HUB.

Atelier Riforma ha come mission rendere il settore della moda più sostenibile grazie al connubio tra economia circolare e creatività. 

La Startup raccoglie abiti usati da chi vuole disfarsene, dando loro nuovo valore tramite la lavorazione sartoriale (upcycling) effettuata da una rete di realtà sartoriali creata ad hoc e li rivende sul proprio e-commerce. Tramite un sistema di tracciabilità, Atelier Riforma assicura la trasparenza del percorso del capo a chi l’ha donato e informa l’acquirente sull’impatto positivo sull’ambiente che ha avuto tramite il suo acquisto.

 

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