Il bilancio sociale degli ETS: che cos’è
Oggi che le realtà del Terzo Settore stanno crescendo in maniera esponenziale, si sente sempre più spesso parlare di bilancio sociale. Ma che cos’è e perché è importante questo documento?
Per prima cosa, mettiamo in chiaro che il bilancio sociale è un documento fondamentale per ogni ente del Terzo Settore.
Per trovare una definizione del bilancio, dobbiamo prendere sotto mano le Linee guida per la redazione del bilancio sociale degli enti del Terzo settore, secondo cui il bilancio sociale è uno
“strumento di rendicontazione delle responsabilità, dei comportamenti e dei risultati sociali, ambientali ed economici delle attività svolte da un’organizzazione.”
Come evidenziano le stesse Linee guida, l’obiettivo primario del bilancio sociale è quello di di offrire un’informativa strutturata e puntuale a tutti i soggetti interessati non ottenibile a mezzo della sola informazione economica contenuta nel bilancio di esercizio.
Se ci ragioniamo un secondo, capiamo perché queste due caratteristiche sono essenziali.
Da un lato, se le informazioni non fossero organizzate in maniera strutturata, il loro contenuto non sarebbe comprensibile e quindi il bilancio perderebbe il suo valore informativo.
Dall’altro lato, se le informazioni non fossero puntuali, ovvero precise, il documento risulterebbe poco accurato e pertanto sarebbe compromessa la credibilità dell’ETS verso l’esterno.
Scopriamo insieme quali sono gli elementi più importanti del bilancio sociale!
L’accountability degli ETS
Il bilancio sociale è il documento che si affianca al bilancio d’esercizio – il quale riflette e mette su carta soltanto la dimensione economica dell’organizzazione – per raccontare l’organizzazione e le attività di ogni ETS, gli obiettivi raggiunti e i progressi ottenuti nello svolgere i propri compiti statutari e non, all’insegna del bene comune.
Come si accennava, è importante che il bilancio sociale sia accessibile e sappia quindi offrire una visuale dettagliata degli elementi che contiene, affinché i lettori – anche quelli meno esperti e più “distanti” al Terzo settore – siano messi in condizione di potere raccogliere tutte le informazioni rilevanti. Il bilancio, infatti, si rivolge potenzialmente a tutti, e tutti devono essere in grado di comprenderlo.
Il valore del bilancio sociale è connesso alla sua natura informativa, essenziale per rendere pubblica l’accountability, espressione anglosassone che indica la “attitudine a dar conto” di un soggetto. Gli ETS devono dimostrarsi accountable in riferimento ai propri comportamenti e agli effetti della propria attività in ambito sociale, ambientale ed economico, a tutti gli stakeholder.
Inoltre, il bilancio sociale rappresenta molto di più di un mero “documento”. Anzi, considerarlo come un semplice strumento di rendicontazione sarebbe un errore. Si tratta di un vero e proprio modo di gestire le relazioni con i propri stakeholder e i cittadini: per questo, a doversi mostrare responsabile è l’intero processo di realizzazione del bilancio sociale.
Il valore aggiunto del bilancio sociale
L’impegno di un ETS nel processo di rendicontazione sociale è un indicatore fondamentale del suo rapporto con la comunità e il territorio.
Ragioniamoci: un bilancio redatto secondo modalità poco trasparenti e poco coinvolgenti cosa ci dice di un ETS? Con ogni probabilità, che questo non ha capacità o, peggio ancora, interesse a collaborare con attori verso cui dovrebbe dimostrarsi responsabile!
Il bilancio pertanto si deve caratterizzare come un processo interattivo di comunicazione sociale, al quale devono avere la possibilità di partecipare e apportare un contributo positivo tutti gli stakeholder dell’organizzazione. In base alle Linee guida:
“il bilancio sociale deve essere visto non solo nella sua dimensione finale di atto, ma anche in una dimensione dinamica come processo di crescita della capacità dell’ente di rendicontare le proprie attività da un punto di vista sociale attraverso il coinvolgimento di diversi attori e interlocutori.”
Solo in questo modo, i diversi soggetti possono arricchirsi nel dialogo e nella condivisione di idee e proposte, determinando importanti benefici che si riflettono sia a livello dell’organizzazione sia a livello di singoli enti.
Le relazioni che si instaurano nel processo, inoltre, sono essenziali per costruire a cascata nuova partecipazione e contaminazione tra prospettive, rafforzando l’efficacia degli stakeholder e aumentando il benessere di tutta la comunità.
La comunicazione per gli ETS
Se la comunicazione è uno degli elementi più decisivi per le realtà che operano nel tessuto sociale, instaurare e coltivare un rapporto trasparente con la comunità è ancora più importante per gli enti che si pongono delle finalità collettive, come nel caso degli enti del Terzo Settore.
Questo perché la comunicazione è il necessario fondamento di ogni relazione, sia all’interno di un’organizzazione, sia tra quest’ultima e gli altri attori sociali e istituzionali.
Può sembrare scontato, ma non lo è affatto: comunicare significa condividere, per cui un ente che si impegna nella comunicazione è un ente che ha deciso di puntare sulla condivisione come modello di relazione con le altre realtà. Creando così un grande valore aggiunto, per tutti.
A chiarire questo passaggio è la Corte Costituzionale, che nella sentenza 131/2020 sostiene che gli elementi identitari del Terzo Settore sono “valorizzati come la chiave di volta di un nuovo rapporto collaborativo con i soggetti pubblici”: la condivisione di informazioni e strategie è pertanto un principio irrinunciabile per gli ETS.
Per questo, se è vero che da un lato il bilancio sociale costituisce un obbligo, è altrettanto vero che tale obbligo “nasconde” una grande opportunità.
Le modalità che determinano la rendicontazione, insieme al suo risultato finale, costituiscono per gli enti del Terzo Settore una leva per attrarre la fiducia del pubblico, aumentare la propria reputazione e fare dei passi avanti nel consolidamento e nella crescita dell’organizzazione.